Il termine melanoma si riferisce a una forma tumorale che si genera a seguito della trasformazione maligna dei melanociti, un tipo di cellule della pelle. 

Il melanoma è quindi un tumore maligno che può avere origine da nevi cutanei o, più raramente, in sedi extra cutanee, come gli occhi, le meningi, le unghie. La rimozione di un melanoma, se effettuata nei tempi previsti, aiuta tantissimo a combattere questa grave malattia.

In questo articolo, parleremo dei diversi tipi di melanoma e dell’importanza della diagnosi e rimozione in fase precoce. 

Tipologie di melanoma e cause

Esistono quattro diverse tipologie di melanoma, quali il melanoma a diffusione superficiale, il lentigo maligna, il melanoma lentigginoso acrale e, infine, il melanoma nodulare.

Le prime tre tipologie si diffondono inizialmente in “piano” sulla superficie cutanea, sviluppando solo in seguito formazioni nodulari invasive. Il melanoma nodulare, invece si sviluppa da subito in un nodulo invasivo in profondità, quindi è la forma più aggressiva di questo tumore.

La diffusione di questo tipo di tumore è sempre maggiore e la diagnosi precoce rimane il metodo migliore per combatterlo in modo efficacie. Infatti, se il melanoma rimane circoscritto agli strati cutanei superficiali, il paziente può avere una buona percentuale di guarigione.

Se, al contrario, il melanoma ha raggiunto gli strati più profondi della pelle perché non identificato per tempo, i rischi di vita per il paziente risultano più alti. È quindi fondamentale tenere d’occhio la forma dei nostri nei, identificandone cambiamenti in forma e colori, segnalandoli al proprio medico.

Le cause più frequenti del melanoma sono naturalmente le esposizioni incontrollate e prolungate ai raggi UV: quindi parliamo di esposizioni eccessive al sole e alle lampade abbronzanti.

Come si rimuove un melanoma

La prassi standard dell’intervento chirurgico per melanoma è l’asportazione non solo del neo sospetto, ma anche obbligatoriamente di un margine di tessuto sano circostante.
Questa pratica è legata al fatto che si vogliono ridurre le probabilità vengano lasciate sul posto delle cellule tumorali non ancora visibili.

Purtroppo, non sempre questo può bastare. Successivamente all’asportazione del neo, infatti, si esegue un esame istologico che potrebbe confermare la presenza del melanoma. In questo caso il chirurgo esegue un secondo intervento che viene definito “di allargamento” per asportare un’area di tessuto tanto più ampia quanto maggiore risulta lo spessore del tumore.

Se però ci troviamo davanti ad un caso di tumore molto infiltrante, bisogna realizzare una valutazione del cosiddetto linfonodo sentinella contemporaneamente all’intervento di allargamento. Questo linfonodo è il primo a ricevere la linfa direttamente dal tumore, e quindi è anche il primo a poter venire colpito e da cui il tumore potrebbe propagarsi nell’organismo. Se anche nel linfonodo asportato si conferma la presenza di cellule tumorali, il paziente dovrà essere allora avviato alla chemioterapia più adatta, individuata insieme al medico curante. 

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