Provi irritazione quando vai in bagno e hai scoperto insolite perdite di pus nell’area anale? Potrebbe trattarsi di una fistola perianale.
Nell’articolo di oggi parleremo di questa patologia grazie all’aiuto del dr. Falato.
Fistola perianale, di cosa si tratta?
Una fistola perianale è una lesione tubuliforme, ovvero un piccolo canale, che mette in comunicazione la porzione terminale dell’intestino con la pelle intorno all’ano. Da questa condizione potrebbe insorgere un’infezione di una delle ghiandole secernenti muco presenti nel canale anale. A sua volta l’infezione potrebbe portare ad una raccolta di pus.
Oltre alla generale irritazione intorno all’ano, specie durante la defecazione, si manifesta anche una secrezione siero-purulenta, continua o intermittente, attraverso l’orifizio esterno situato vicino all’ano, che non ha tendenza a cicatrizzare. Nei casi più gravi, tra i sintomi ci sono anche spossatezza, febbre e dolore pelvico.
Per poter arrivare ad una diagnosi è necessario sottoporsi ad un’esplorazione rettale e palpazione dell’ano e dei tessuti circostanti. La visita medica serve, inoltre, per definire il decorso del canale e identificare le eventuali estensioni secondarie. Se necessario verrà realizzata anche un’ecografia endoanale o una risonanza magnetica.
L’operazione prevista per curare la fistola perianale.
Il trattamento previsto è invasivo e chirurgico. Questo elimina il processo infettivo e preserverà l’integrità degli sfinteri conservando la continenza anale.
Gli interventi chirurgici possono essere diversi in base al tipo di lesione, vediamone insieme qualcuno:
- Fistulotomia: la procedura prevede l’appiattimento del tragitto fistoloso, è riservata tipicamente ai pazienti con fistole semplici e basse.
- Fistulectomia: prevede la dissezione dell’intera fistola perianale e di una micro porzione del tessuto sano circostante.
- Posizionamento di un setone: prevede l’inserimento di una “grosso filo” nel tragitto della lesione. Questo viene poi unito alle sue due estremità all’esterno del corpo, per permettere il drenaggio continuo del pus. Favorisce inoltre l’elastodieresi, cioè la possibilità di mettere periodicamente in trazione l’elastico, al fine di sezionare lentamente il tessuto muscolare. È una tecnica utilizzata in pazienti con fistole complesse
- Fistulectomia in due tempi: il medico esegue questo intervento eseguita in momenti diversi, con lo scopo di minimizzare il rischio di complicanze. Quest’operazione è indicata nel trattamento delle fistole complesse, che coinvolgono anche i muscoli anali.
- Flap endorettale: consiste nella ricostruzione di mucosa e sottomucosa.
- Colla di fibrina: la fistola perianale viene chiusa tramite l’iniezione all’interno della galleria fistolosa di una miscela solubile allo scopo di sigillarla.
- Protesi biologiche: la tecnica prevede il posizionamento nella fistola di dispositivi inerti, per favorire la generazione di nuovo tessuto. L’organismo assorbe questi dispositivi spontaneamente.
- LIFT: chiusura dell’orifizio fistoloso interno con la rimozione del tessuto ghiandolare infetto.
- VAAFT: è realizzata sfruttando strumenti diagnostici avanzati che permettono di avere una visione diretta del tragitto fistoloso dall’interno. Si evidenziano così anche eventuali complicanze locali. Permette inoltre di pulire e curare la fistola stessa dal suo interno, seguendo passo per passo le fasi operatorie sul monitor.
Dopo l’operazione
Dopo il trattamento chirurgico, la patologia può ripresentarsi per l’incompleto drenaggio della lesione o l’infezione degli spazi adiacenti. Difficilmente però si verificheranno delle recidive. Nel caso si procederà con un ulteriore trattamento.
L’incontinenza fecale, invece, può derivare da un danno iatrogeno o da una diagnosi tardiva.